Il viaggio di Lucrezia
“ la tua immagine è sfuggente… annebbiata… appena percepibile ”
Queste sono le prime parole che danno l’inizio al film che narra del viaggio di a modello per rappresenatre la città di Subiaco. Città anch’essa meta di moltissimi Lucrezia Borgia, personaggio emblematico quanto iconico. Lei è la figura storica presa artisti che ritraevano non solo le bellezze paesaggistiche, di cui il territorio è ricco ma anche le splendide fanciulle, donne comuni nella loro quotidianità e semplicità, ammirate nei più importanti musei del mondo.
Il fimato che proponiamo è un film «della memoria» che, attraverso una visione interpretativa ci permette di ritornare alle radici più profonde della nostra identità sociale e culturale. Tra le righe si vogliono ricordare figure emblematiche come Fortunata e Agostina Segatori, Vittoria Latini, Vittoria Lepanto e tante altre modelle che hanno ispirato gli artisti che giungevano nei nostri paesi da tutto il mondo nel periodo del “Grand Tour”. Per ultimo, ma non per importanza si ricordano personaggi legati a questa rigogliosa terra come: Nerone, San Benedetto, San Francesco, Antonio Fogazzaro
e Pio VI.
“ Non C’è luce senza ombra in essa mi avvolgo ”
Il viaggio dell’ artista, il sentiero tracciato dalla luce è l‘energia creatrice dell’ arte ma anche della reincarnazione.
Due storie si intrecciano e percorrono gli stessi luoghi: La luce calda che irradia la mensa del monastero di San Francesco; La luce che fa brillare l’ acqua del laghetto di San Benedetto; La luce che illumina i passi del sentiero Coleman; La luce che irrompe dall’ oscurità della boscaglia e fa vedere il paesaggio; La luce che fa esaltare i capelli e il volto della donna al laghetto di San Benedetto ( Lucrezia Borgia ); La luce interiore dell’ Arte che illumina il foglio; La luce del tramonto da Santa Scolastica; La luce della candela nell’ intimità sacra della cappella dei Borgia.
Due storie si incrociano lungo il viaggio: quella della ragazza dai capelli rossi, anima reincarnata di Lucrezia Borgia si riscopre visitando gli stessi luoghi dove le emozioni del passato riaffiorano riproducono ricordi; e quella dell’ artista che si immerge in quei luoghi sacri e di storia lungo il cammino, seguendo la luce che diventa la guida ispiratrice di una ricerca interiore.




“ La tua beltà non aveva pari … ”
Il disegno, lo studio della natura, la bellezza di un volto torna alla mente dell’artista: una visione che appare mentre sta disegnando lungo le sponde del laghetto di San Benedetto. Lei, la ragazza dai capelli rossi, inaspettatamente ritrova se stessa attraverso quei luoghi a lei non del tutto sconosciuti; lui viene guidato da una luce naturale ma nel con tempo divina che gli fa riaffiorare il ricordo di un volto, di colei che un giorno conobbe, forse in un’ altra vita. La protagonista si ritrova catapultata in quello che un tempo era il suo luogo natio e di colpo tutto le diventa familiare e profondamente intimo. Al tatto prendendo tra le mani alcuni gioielli di famiglia le affiorano emozioni antiche, il sentiero che sta percorrendo la porta all’entrata del Convento di San Francesco, fino alla Cappella della Vergine: luogo sacro, a lei familiare, dove il ritratto di una giovane donna sull’ affresco, la colpisce a tal punto da spaventarla e subito dopo commuoverla … Lei riconosce in quelle sembianze la sua persona, vissuta in epoche ormai lontane comparire davanti a sè.
IL RITRATTO DI LUCREZIA


“ La soglia del Paradiso … ”
Secondo la tradizione, San Benedetto condusse a Subiaco per tre anni una vita eremitica a conoscenza del solo monaco Romano; in questo luogo impervio (una gola stretta, scavata dal fiume Aniene e chiusa tra i monti Simbruini) venne fondato grazie al sostegno di San Gregorio Magno, un primo insediamento dedicato a San Clemente del quale oggi non rimangono tracce.
L’unico sopravvissuto è il complesso di Santa Scolastica, costruito alle porte di Subiaco. Il cenobio, fra i più antichi della regione, fu consacrato nel 980 e malgrado nel corso dei secoli fu pesantemente rimaneggiato, è sempre rimasto inscindibilmente legato al Sacro Speco e sottoposto all’autorità di un unico abate.
Il Laghetto di San Benedetto è uno specchio d’acqua immerso nell’incontaminata natura del Parco dei Monti Simbruini alimentato da una suggestiva cascata del fiume Aniene, lungo le cui sponde è presente una ricca vegetazione tipica fluviale costituita da salici bianche, pioppi, noccioli e carpini. Il laghetto di San Benedetto è l’unico rimasto dei “Simbruina Stagna”, uno dei 3 laghi artificiali che l’Imperatore Nerone fece costruire per creare degli sbarramenti sul fiume Aniene ed attorno ai quali si articolava la maestosa Villa dello stesso.
ACQUA E SPIRITUALITA’

